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.Letteratura italiana Einaudi 150 Vincenzo Cuoco - Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799XXVITRUPPAUn governo nuovo ha piú bisogno di forza che un go-verno antico, perché l esecuzione della legge, per quan-to sia giusta, non può esser mai con sicurezza affidata alpubblico costume: gli scellerati, che non mancano giam-mai, hanno campo maggiore di calunniarla e di eluderla;ed i deboli sono piú facilmente sedotti o trascinatinell ondeggiar dubbioso tra le antiche opinioni e le nuo-ve.I francesi impedirono però ogni organizzazione diforza nella repubblica napolitana.Il primo loro errorefu quello di temer troppo la capitale; il secondo, di nontemere abbastanza le province.Essi non aveano truppaper inviarvene, e di ciò non poteano esser condannati;ma essi non permisero che si organizzasse truppa nazio-nale che vi potesse andare in loro vece, e di ciò non pos-sono esser scusati.Dagli avanzi dell esercito del re di Napoli si potea for-mare sul momento un corpo di trentamila uomini, dipersone che altro non chiedevano che vivere.Essi for-mavano il fiore dell esercito del re, poiché erano quelliappunto che erano stati gli ultimi a deporre le armi.Traquesti, per il loro coraggio, si distinsero i «camisciotti»:contesero a palmo a palmo il terreno fino al castello delCarmine.Ciò dovea farli stimare, e li fece odiare.Furo-no fatti tutti prigionieri: conveniva o assoldarli per la re-pubblica o mandarli via.Si lasciarono liberi per Napoli,e furono stipendiati da coloro che in segreto macchina-vano la rivoluzione.Si tennero cosí i controrivoluzionarinel seno istesso della capitale.S incominciò a raccogliere i soldati del re in Capua,indi un altra volta in Portici.La repubblica napolitanaera in istato di mantenerli; essi avrebbero potuto salvarLetteratura italiana Einaudi 151 Vincenzo Cuoco - Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799la patria, salvar l Italia: ma, appena si vide incominciarel operazione, che fu proibita.A quei pochissimi soldatiche si permise di ritenere non si accordarono se non astento le armi, che erano tutte nei castelli in potere deifrancesi.Intanto si volea disarmare la popolazione.Come farlosenza forze? Ma i francesi temeano egualmente le popo-lazioni ed i patrioti; e questo loro soverchio timore fecedipoi che le popolazioni si trovassero armate per offen-derli, ed i patrioti per difendersi disarmati.Si ordinava ildisarmo, ed intanto i custodi francesi delle armi, non co-noscendo gli uomini e le cose in un paese per essi nuo-vo, le vendevano; e ne compravano egualmente tanto ilgoverno repubblicano, a cui era giusto restituirle senzapaga, quanto i traditori, a cui era ingiusto darle anchecon paga.I mercenari, che avrebbero potuto diventarnostri amici, non avendo onde vivere, passarono a rad-doppiar la forza dei nemici nostri.Oltre di una truppa di linea, si avrebbe potuto solleci-tamente organizzare una gendarmeria: allora quando or-dinossi a tutt i baroni di licenziare le loro genti d armi,costoro sarebbero passati volentieri al servizio della re-pubblica; essi non sapevano far altro mestiere: abbando-nati dalla repubblica, si riunirono agl insorgenti.Essiavrebbero potuto formare un corpo di cinque in seimilauomini, e tutti valorosi.Si ordinò congedarsi gli armigeri baronali, e non sipensò alla loro sussistenza; si soppressero i tribunaliprovinciali, e non si pensò alla sussistenza di tanti indivi-dui che componevano le loro forze e che ascendevanoad un numero anche maggiore degli armigeri. Essisono dei scellerati  diceva taluno, il quale voleva anchei gendarmi eroi.Ma questi scellerati continuarono adesistere, poiché era impossibile ed inumano il distrug-gerli, ed esistettero a danno della repubblica.Erasi ob-Letteratura italiana Einaudi 152 Vincenzo Cuoco - Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799bliato il gran principio che «bisogna che tutto il mondoviva».L avea del tutto obbliato De Rensis, allorché pub-blicò quel proclama con cui diceva agli uffiziali del reche «a chiunque avesse servito il tiranno nulla a sperarrimanea da un governo repubblicano».Questo linguag-gio, in bocca di un ministro di guerra, dir volea a mille ecinquecento famiglie, che aveano qualche nome e molteaderenze nella capitale:  Se volete vivere, fate che ritor-ni il vostro re. Questo proclama segnò l epoca dellacongiura degli uffiziali.Il proclama fu corretto dal go-verno col fatto, poiché molti uffiziali del re furono dallarepubblica impiegati.Ben si vide dalle persone cheavean senno esser stato esso piuttosto feroce nelle paro-le che nelle idee, effetto di quella specie di eloquenzache allora predominava, e per la quale la parola la piúenergica si preferiva sempre alla piú esatta; ma, io lo ri-peto, nelle rivoluzioni passive, quando le opinioni sonovarie ed ancora incerte, le parole poco misurate possonprodurre gravissimi mali.Le eccezioni, le quali si repu-tan sempre figlie del favore, non distruggevano le im-pressioni prodotte una volta dalla legge generale: moltirimasero ancora ondeggianti; moltissimi si trovavano giáaver dati passi irretrattabili contro un governo che cre-devano ingiusto.La durata della nostra repubblica nonfu che di cinque mesi: nei primi gli uffiziali non potero-no ottener gradi; negli ultimi non vollero accettarne.Si vuole dippiú? Degli stessi insorgenti si avrebberopotuto formare tanti amici.Essi seguivano un capo, ilquale per lo piú non era che un ambizioso: questo capo,quando non avesse potuto estinguersi, si poteva guada-gnare, e le sue forze si sarebbero rivolte a difenderequella repubblica, che mostrava di voler distruggere.Letteratura italiana Einaudi 153 Vincenzo Cuoco - Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799XXVIIGUARDIA NAZIONALEIl nostro governo erasi ridotto a fondar tutte le spe-ranze della patria sulla guardia nazionale [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]

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